L’albero di Hiroshima a Cartosio

di Aleramo Monferrato

Hibakujumoku  e’ il termine giapponese per indicare gli  ” alberi bombardati” cioe’ gli alberi espostial bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki nell’Agosto del 1945.

Alcuni alberi, nonostante le previsioni degli scienziati,sopravvissero o rigermogliarono.

A Nagasaki sopravvisse solo un albero di caco, ad Hiroshima furono 170 gli alberi di 32 specie diverse che tornarono a germogliare..

In un articolo su Focus  Stefano Mancuso  fisiologo vegetale  e direttore  del Laboratorioo internazionale  di neurobiologia vegetale dell’Universita’ di Firenze spiega che   ” Uno studio degli anni 70 riportava addirittura di  alberi sopravvissuti in unraggio di 500 metri dall’epicentro ,un fatto straordinario perche’ si pensava che all’interno di quell’area non potesse sopravvivere nulla. A posteriori  sappiamo che cio’ puo’ essere dovuto al fatto che alcune  parti interrate degli alberi sono state protette dallo strato di terra ,oppure perche’ sul lato non irradiato ,protetto dallo spessore del tronco,qualcosa e’ sopravvissuto”

Curati con attenzione da autorita’,botanici e cittadini questi alberi continuano a fiorire e a produrre semi.. Sono proprio questi semi e le piccole piante che ne nascono ad essere distribuite in tutto il mondo.

 

Hibakujumoku  e’ il termine giapponese per indicare gli  ” alberi bombardati” cioe’ gli alberi espostial bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki nell’Agosto del 1945.

Alcuni alberi, nonostante le previsioni degli scienziati,sopravvissero o rigermogliarono.

A Nagasaki sopravvisse solo un albero di caco, ad Hiroshima furono 170 gli alberi di 32 specie diverse che tornarono a germogliare..

In un articolo su Focus  Stefano Mancuso  fisiologo vegetale  e direttore  del Laboratorioo internazionale  di neurobiologia vegetale dell’Universita’ di Firenze spiega che   ” Uno studio degli anni 70 riportava addirittura di  alberi sopravvissuti in unraggio di 500 metri dall’epicentro ,un fatto straordinario perche’ si pensava che all’interno di quell’area non potesse sopravvivere nulla. A posteriori  sappiamo che cio’ puo’ essere dovuto al fatto che alcune  parti interrate degli alberi sono state protette dallo strato di terra ,oppure perche’ sul lato non irradiato ,protetto dallo spessore del tronco,qualcosa e’ sopravvissuto”

Curati con attenzione da autorita’,botanici e cittadini questi alberi continuano a fiorire e a produrre semi.. Sono proprio questi semi e le piccole piante che ne nascono ad essere distribuite in tutto il mondo.

In Italia i primi semi sono stati distribuiti all’associazione Mondo senza guerra e senza violenza  e messi a dimora dai bimbi della Scuola primaria di Comerio  in provincia di Varese.

Dal 2020 la raccolta dei semi per l’Europa e’ coordinata da PEFC Italia  in collaborazione con Green Legacy Hiroshima, Mondo senza guerra e senza violenza e il Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dell’Universita’ di Perugia.

Le piante e i semi vengono assegnati dopo attenta selezione dei progetti presentati nelle domande e quest’anno in tutta Italia secondo tali criteri ne verranno affidati solamente 11.

Gli Hibakujumoku sono veri Alberi della pace, testimoniano la capacita’ e possibilita’ di ripresa , di rigenerazione e di rinascita e trasmettono piu di un messaggio : la potenza e la sacralita’ della natura, la forza della rinascita e l’impegno e la volonta’ di agire per un mondo di pace.

 

Uno di questi preziosi e coraggiosi alberi, un Ginkgo biloba, e’ stato consegnato domenica 16 Maggio dalla signora Tiziana Volta Cormio tra i fondatori dell’associazone Mondo senza guerra e senza violenza, al Comune ed alle Scuole Materna e Primaria di Cartosio nell‘ambito di un progetto didattico e educativo che unisce  alla cura di questo albero simbolo, la cura degli ideali di pace , solidarieta’,accoglienza e l’impegno per la natura e per cio’ che sempre ci dona.

 

 

 

Dal 2020 la raccolta dei semi per l’Europa e’ coordinata da PEFC Italia  in collaborazione con Green Legacy Hiroshima, Mondo senza guerra e senza violenza e il Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dell’Universita’ di Perugia.

Le piante e i semi vengono assegnati dopo attenta selezione dei progetti presentati nelle domande e quest’anno in tutta Italia secondo tali criteri ne verranno affidati solamente 11.

Gli Hibakujumoku sono veri Alberi della pace, testimoniano la capacita’ e possibilita’ di ripresa , di rigenerazione e di rinascita e trasmettono piu di un messaggio : la potenza e la sacralita’ della natura, la forza della rinascita e l’impegno e la volonta’ di agire per un mondo di pace.

 

 

 

 

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