Ancora un appuntamento storico a Montechiaro d’Acqui il 15 luglio alle ore 17, dal titolo “Un castello tra tutela e valorizzazione”.
I “custodi del tempo”, che già da queste pagine vi avevano invitati all’incontro del 2 luglio scorso, si ripresentano per comunicarvene un altro, previsto per il 15 luglio.
Questa volta non condivideremo i risultati di una nostra ricerca ma l’ascolto, prezioso, di specialisti che professionalmente e istituzionalmente si interessano ad alcuni tra gli argomenti su cui ci interroghiamo.
Montechiaro d’Acqui si divide in due frazioni.
Quella Alta, che più ci piace chiamare Borgo vecchio, è una manciata di case abbarbicate attorno a un bricco sulla cui cima stanno i ruderi di un antico castello.
Che le sue mura abbiano caratterizzato il Borgo nel tempo, è facilmente immaginabile ma, anche se diroccato da quattro secoli, i suoi ruderi hanno continuato a dialogare con la Comunità e il sussurrìo delle sue pietre è stato il fondamento alla nascita del nostro Gruppo.
Non a caso e in omaggio a questo grande vecchio, quando, nel 2021, iniziammo il nostro cammino, titolammo il nostro primo incontro: “le pietre raccontano”.
Orbene, negli anni ’90 del secolo scorso, una campagna di indagini archeologiche, condotta dalla allora Soprintendenza Archeologica del Piemonte operò sul sedime del castello e furono messi in luce anche reperti riferibili – tra l’altro – ad un arco di tempo compreso tra la tarda età del Bronzo e l’età del Bronzo finale …. Molto tempo prima che si costruissero la torre e poi il castello, il bricco fu dunque abitato dai misteriosi Stazielli?
Uno dei due relatori che si alterneranno nell’esposizione è il dottor Alberto Crosetto, già funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria Asti e Cuneo, che allora diresse una parte di quella campagna e ce ne parlerà.
Tutelare e valorizzare sono i due termini di un binomio inscindibile che dovrebbe caratterizzare l’approccio verso il nostro patrimonio storico-artistico e culturale e fortunatamente, alcuni anni fa, l’Amministrazione comunale condusse, sotto l’egida della SABAP, interventi di sistemazione dell’area e di protezione dei resti murari esistenti di cui ci parlerà il dottor Simone G. Lerma, funzionario archeologo della SABAP di Alessandria.
In chiusura a queste poche righe vorremmo sottolineare l’importanza di dialoghi come questo che rapportano Comunità a esperti e Istituzioni; sia perché tutela e valorizzazione dovrebbero essere acquisiti come linguaggio comune e ordinario e non discorsi una tantum ma anche perché Montechiaro d’Acqui è sede, questa volta nella frazione Piana, di altro sito archeologicamente importante e per il quale è auspicabile un intervento: quello dove sonnecchiano gli scarni ruderi di ciò che fu la millenaria Pieve di santa Maria del Cauro.
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