In ogni paese ci sono personaggi che ricordiamo anche quando non ci sono più.
Ecco due poesie di Giovanni Picollo. Grazie a Gabriele per i testi e la fotografia.
L’ANNO.
L’anno sta per finire,
la gente si va a divertire.
C’è chi va a mangiare
e chi a ballare.
Soffre il mio cuore
perché è senza amore.
Si sente ferito
ma non è pentito.
Non ha la felicità
chi vive nell’irrealtà.
L’anno se ne va
un altro arriverà.
Anche se arriva senza un fiore
spero che mi porti l’amore.
Una ragazza alta e snella
che sia anche bella.
Con il tuo sorriso profumato
tu ora mi hai incantato.
Mi fai vedere le stelle e la luna
e in te spero di vedere la mia fortuna.
PICOLLO GIOVANNI, IN ARTE POETA CONTADINO.
IL CONTADINO.
Fare il contadino,
vol dire alzarsi presto al mattino
attraversare di fretta il cortile
andare subito al fienile.
Il fieno bisogna preparare
perché le bestie devono mangiare.
Pulire la stalla
e allargare la paglia gialla.
Colazione si deve mangiare,
perché nei campi si deve lavorare.
È un lavoro sano
ma è bello vederlo da lontano,
è un lavoro faticoso
ma poco costoso.
Ogni stagione
c’è lavoro, senza discrezione.
L’inverno,
passa col barbera
e si aspetta
la primavera.
Picollo Giovanni