Descrizione di una carta topografica da Finale ad Alessandria

di Marina Levo

Descrizione di una carta topografica, che riporta la zona dal Finalese ad Alessandria.

Nel giugno 1677 Girolamo Marcello De Gubernatis, ambasciatore a Madrid del duca di Savoia Vittorio Amedeo II, chiese al re di Spagna alcuni feudi, come compensazione del mancato versamento della dote dell’infanta Caterina, bisnonna del duca (si trattava cioè di un credito maturato da quasi cent’anni). Madrid chiese perciò a Milano informazioni sul valore e sull’importanza strategica di tali feudi. Il governatore, principe di Ligne (al quale a Finale fu dedicato il forte di Ligne, oggi Legnino – vedi immagine -), rispose allegando anche i pareri della Consulta del Magistrato Straordinario di Milano e del governatore di Finale, i quali sottolineavano la vicinanza di alcuni feudi al camino Real de Alexandria al Final. In particolare San Quintin esta situado en una somidad sobre el rio Bormida, distante del dicho camino solo un tiro de mosquete. Per maggiore chiarezza il principe di Ligne allegò anche una carta topografica e una relazione illustrativa, che aveva fatto predisporre a Gaspare Beretta. La carta mostra sia il tracciato della Via dell’Imperatrice (il Camino Real) sia i feudi chiesti dal duca di Savoia. Il carteggio e l’intera vicenda sottolineano l’importanza strategica riconosciuta alla strada per Alessandria, di cui era parte la via Beretta. La relazione, di cui segue la traduzione dallo spagnolo, sottolinea come il tratto fra Carcare e Alessandria dovesse attraversare terre del duca di Mantova (duca anche del Monferrato) e per un tratto brevissimo anche del duca di Savoia e suggerisce accordi per acquisire il controllo anche di questi tratti. Nella traduzione sono stati utilizzati i nomi geografici italiani attuali, indicando fra parentesi il nome spagnolo solo se molto diverso da quello italiano.

Declaracion

La linea rossa che comincia da Finale e sale la montagna fin sopra la terra di Bormida, da cui si abbassa fino al fiume con questo nome, è la strada chiamata Beretta, che si fece nell’anno 1666 quando venne dalla Spagna per la Alemania la Signora Imperatrice, la qual strada si tagliò negli Appennini, dove passò sua Maestà in carrozza molto comodamente e tutto per posti del Marchesato del Finale.
La detta strada prosegue per la valle del fiume Bormida fino alle Carcare, che è paese di sua Maestà, e così da Carcare sino al territorio di Dego (Alde), passando per Cairo e Rocchetta, feudi in parte di sua Maestà.
La detta strada prosegue tanto in montagna come in valle e attraverso i paesi di Dego e Piana, che sono del Duca di Mantova, nel territorio del Monferrato chiamato Langhe. Da Piana a Spigno in territorio feudo di sua Maestà del detto Marchesato di Spigno. Anche la parte alta di Montechiaro è paese di sua Maestà, ma se si vuole passare per la valle dove è marcata per più o meno un miglio di lunghezza è Paese del sig. Duca di Savoia, ed è bene sapere che per andare dallo Stato di Milano fino a Finale la Savoia non possiede altro territorio sulla strada Reale.
Prosegue la suddetta strada da Ponte fino a Cassine (Cassin de Estrada) per la stessa valle del Fiume Bormida e per entrambi i lati è Paese del Sig. Duca di Mantova, come è stato detto.
Da Cassine e Sezzadio (Secé), che sono i primi paesi dello Stato di Milano, si arriva ad Alessandria, di tale maniera che per andare dal detto Stato a Finale non si passa per territorio altrui se non del Sig. Duca di Mantova, tranne che per quello miglio, come è stato detto, nella valle di Mombaldone del Sig. Duca di Savoia, e lo si evita se si sale la collina di Montechiaro, però è strada molto faticosa e difficile da manutenere bene, anche se di poca lunghezza.
Continuano qui le annotazioni dei territori che chiede a Sua Maestà il Sig. Duca di Savoia, i quali rimangono in color zafferano e particolarmente dico:
1) che le terre di Calizzano e Massimino che chiede a Sua Maestà il Sig. Duca di Savoia sono le uniche del Corpo del Marchesato di Finale che confinano con la piazzaforte di Ceva, ben fortificata dal Sig. Duca di Savoia e così è suo Murialdo.
Tutti i territori verso mare sono del Marchesato, così che i detti due territori che ci chiede servono da frontiera al Piemonte e Calizzano in passato era fortificato secondo le caratteristiche del posto e durante le guerre ce lo smantellarono, perchè prima ci serviva da sentinella e guardia del Piemonte.
2) Gli altri paesi di Brovida e Escaleta sono circondati per tre parti dal territorio del Sig. Duca di Savoia e per l’altra dal Sig. Duca di Mantova, essendo suoi (come si è detto) i paesi di Dego e Piana nella valle del fiume Bormida.
3) Le cinque terre del Marchesato di Bossolasco, che sono Niella, S. Benedetto, Feisoglio, Albaretto e lo stesso Bossolasco. Questi sono territori di uno dei due lati della Valle che chiamano del torrente Belbo, circondati dal Sig. Duca di Savoia e quasi alla stessa distanza dalle sue Piazze di Alba e di Ceva.
4) I quattro paesi di Merana, S. Quintino, Rocchetta e Serole sono unici del Marchesato di Spigno in linea retta da Cortemilia del Sig. Duca di Savoia e sono in parte circondati dai territori dello stesso Duca essendo suoi Mombaldone, Pareto e metà dei paesi di Roccaverano, e (N.d.T. l’altra metà) di nostro Signore, di Cagna e di Santa Giulia.
5) La frazione di La Morra è luogo concentrato nei Paesi del Sig. Duca di Savoia e sono io stesso andato a visitarlo nell’anno ‘69 per ordine del Sig. Marchese di Los Valvases e simultaneamente ho visitato i feudi di Sua Maestà, che sono Novello, Monforte, Monchiero e Sinio.
6) Finalmente le terre di Agnone (che era fortezza nostra contro Asti), Belveglio e Masio, che chiede il Sig. Duca di Savoia, sono dell’Alessandrino sul Fiume Tanaro, che è navigabile, e confinanti per entrambi i lati del detto fiume con il Sig. Duca di Mantova, cominciando il suo Stato dal paese di Cerro dall’altro lato del Fiume Tanaro e di qua comincia il suo Stato a Cortiglione (Corticele ?), Bergamasco e Nizza Monferrato (Nizza della Palla?), che è un luogo al cui proposito smantellammo le sue fortificazioni dopo 15 giorni di attacco al tempo del Sig. Connestabile di Castiglia.
Queste stesse terre ce le chiese nell’anno ’62 il Sig. Duca di Mantova, che (se non mi inganno) chiedeva anche l’altra chiamata Quattordio per unire i suoi due Monferrati, essendo suo il Cerro come è stato detto.
Questa negoziato si faceva a Madrid e al mio tempo il sig. D. Luis di Arome parlò più di una volta della materia, della quale si diceva che il Sig. Duca cedesse a sua Maestà per il libero passaggio dallo Stato di Milano a quello di Finale, i paesi di Castelnuovo, Rivalta, Visone, Melazzo, Casteletto, Piana e Dego, con le compensazioni equivalenti per l’effetto del contratto.
Gaspare Berretta

Ti potrebbe piacere anche

Lascia un commento