Storie di Resistenza.

A Malvicino

di Marina Levo

…Verso il 25 aprile…”…Nella Valle Erro operarono in quei mesi sia le formazioni GL che scendevano dal Ponzonese, sia una banda autonoma, operante tra Valle Erro e l’alta Valle Bormida. Il 18 agosto 1944 alcuni Partigiani di questa banda autonoma si portarono a Malvicino, piccolo paese sempre nella Valle Erro. Scesero poi al ponte di Guadabono, che separa Malvicino da Cartosio, ove da parecchi mesi i tedeschi avevano installato un centro della Todt, già attaccato pochi giorni prima dai GL…Nell’attacco i Partigiani catturarono due ingegneri tedeschi ed il loro autista, portandoli al proprio comando distante una ventina di chilometri da Malvicino. Il mattino seguente, alle 6, il paese subì un pesante rastrellamento tedesco: 42 uomini vennero presi in ostaggio. I tedeschi erano intenzionati a fucilare subito in piazza un primo gruppo di cinque ostaggi. L’ intervento del parroco li dissuase, in seguito alla sua offerta di ricercare i prigionieri e di giungere ad uno scambio; il comandante del reparto tedesco pose come ultimatum alle ore 17. Il Parroco, don Guido Ricci, si avviò verso la boscosa zona di Roboaro e Pareto , ove erano transitati i Partigiani. Incontrò Virginio Icardi, parroco di Squaneto, il quale era direttamente impegnato nella lotta armata con una formazione di autonomi; don Icardi assicurò che i due ingegneri e il loro autista sarebbero stati restituiti, ma che occorreva tempo perché l’operazione potesse aver luogo. Fu necessario l’intervento del vescovo di Acqui, il quale si fece garante presso il comando tedesco della restituzione dei prigionieri in cambio della libertà per tutti gli ostaggi. Così il 24 agosto veniva concluso in Acqui lo scambio…
(Dal libro “il movimento di liberazione nell’acquese” di Piero Moretti e Claudia Siri).

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