Il termine PELLEGRINO deriva dal latino PER + AGER ( per i campi, la terra) ed indica chi parte per un viaggio per incontrare il sacro anche in un luogo lontano, un viaggio che diventa anche ricerca di se stesso, oltre che del religioso. Fin dai tempi antichi il pellegrino cammina da solo, vestito con un semplice saio, anonimo che lascia, in realtà, una impronta nella storia dell’ umanità. Gli uomini antichi consideravano un dovere l’ospitalità verso i viandanti, che venivano ospitati per tre giorni gratuitamente, rifocillati negli OSPEDALI, che si trovavano nei pressi dei santuari e dei luoghi meta di devozione popolare. Mentre nel Vangelo non c’è una indicazione precisa del dovere del buon Cristiano di raggiungere i luoghi sacri, l’uomo medioevale concepisce il viaggio, in se stesso e religioso, come un imperativo: il cammino è liberazione dal male, espiazione dei peccati, momento di redenzione. Era anche possibile intraprendere un pellegrinaggio come condanna, come espiazione di un peccato e a volte lo facevano persone pagate per sostituirsi al soggetto espiante. Nacque in questo periodo anche la consuetudine della NOVENA, che consisteva in nove giri a piedi attorno ad un determinato santuario, prima di diventare una preghiera ripetuta nove giornate.
Perché viene meno la consuetudine medioevale del pellegrinaggio con le sue figure di viandanti della fede? Terminato il Medioevo, i pellegrinaggi scompaiono quasi del tutto, a causa delle ricorrenti epidemie di peste, che individuano nello straniero di passaggio un potenziale diffusore del contagio. Proprio con la peste si diffonde la devozione popolare per santi taumaturghi come San Rocco: le porte del borgo, precedentemente aperte per accogliere i viandanti, per antico dovere di ospitalità, si chiudono e si organizzano luoghi di passaggio obbligato, ove posizionare dei controllori che richiedono le cosiddette “ patenti di sanità” o “ bollette di sanità “. Spesso i luoghi più idonei erano i ponti, dove il passaggio era controllabile dai religiosi, che si occupavano del controllo dei pellegrini, sorvegliando l’isolamento della popolazione, ieri come oggi, unica tutela dal contagio. A Spigno è presente il ponte di San Rocco, con annessa edicola ed anche una chiesa verso Montechiaro, costruita per ringraziare il santo dopo le terribili epidemie che decimarono la popolazione nel contado fino alla metà del 1700. San Rocco è un santo nato a Montpellier, Pellegrino per antonomasia, viene rappresentato con un mantello ornato da una conchiglia, una piaga di peste , che ne rappresenta il contagio di Rocco stesso e con il cane con un pane in bocca. Il santo era venerato dalla popolazione anche prima del 1630, anno in cui la Chiesa lo decretò ufficialmente santo. Rientrano tra i santi taumaturghi contro la peste anche San Defendente ( invocato anche per protezione dei viandanti contro il pericolo dei lupi) e Santa Rosalia, il cui culto proviene nei nostri paraggi dal rapporto tra l’entroterra ligure piemontese ed il mare che apriva le porte all’ Oriente. Anche il culto di San Giorgio pare provenire da contatti commerciali e culturali delle nostre aree con i paesi orientali.
Quella che oggi si chiama Valle Bormida in tempi remoti era la via romana verso il mare, la via Aemilia Scauri, costruita da Marco Emilio Scauro nel 109 a. C., che univa Vada Sabatia a Tortona. Su questa direttrice si insediarono le antiche popolazioni locali e successivamente si formò la marca aleramica, che portò i benedettini a fondare la Abbazia di San Quintino nel 991, dopo la distruzione, da parte dei Saraceni, di quella di Giusvalla. Non è l’unica struttura religiosa sulla via verso il mare, ma da Carcare a Finalpia se ne trovano altre, che testimoniano l’ intensa attività dei monaci. A Spigno probabilmente erano anche frati pontieri: dal ponte vi era probabilmente un luogo di arresto e transito, gestito proprio dai monaci. Essi insegnavano alla popolazione le tecniche agricole, ancora sconosciute in queste zone selvagge e boscose.
Sul territorio vi sono anche numerose edicole, poste nei luoghi di passaggio dei pellegrini.
Probabilmente, in epoca medioevale, esistevano delle navi che trasportavano verso la Terrasanta coloro che volevano arrivare fin laggiù.
Il pellegrino era, per definizione, anonimo, perdeva la propria identità sociale preesistente al viaggio e questo consentiva a ebrei convertiti o catari o valdesi, di fuggire alla furia dei persecutori, fingendosi viandanti pellegrini.
Oggi esistono luoghi di fede meta di pellegrinaggio religioso, tra i più famosi il cammino di Santiago de Compostela, che richiama pellegrini da tutto il mondo, impegnati in un cammino prima dentro di se’, poi verso il santuario del santo.
Nelle nostre zone esistono santuari relativamente vicini, meta di devozione popolare e di piccoli cammini: quello del Todocco, quello della Madonna della Guardia a Genova, la Pieve di Ponzone. A piedi o in auto, l’importante è raggiungere la meta, come fecero nei secoli precedenti i nostri antenati.